martedì 19 gennaio 2016

I confederati erano davvero i cattivi? Cosa fu la Guerra di Secessione?


La storiografia dominante, quella insegnata nelle scuole occidentali, ci insegna che la Guerra di Secessione fu soprattutto uno scontro tra abolizionisti e schiavisti, una guerra di idee tra unionisti "bravi" e confederati "cattivi", che sfociò nella libertà degli afroamericani.

100 anni dopo la sua fine, Malcolm X e Martin Luther King venivano assassinati in un contesto statunitense di segregazione razziale non troppo differente da quello del Sudafrica, ed oggi, 150 anni dopo la fine del conflitto, la comunità afroamericana riempie le prigioni, vive nella miseria e la polizia assassina impunemente i suoi membri.
Siamo sicuri, dunque, che il nord durante a guerra civile fosse mosso da nobili sentimenti umani come la liberazione degli uomini di colore?
O è stata piuttosto una forzatura della grande borghesia del nord per portare la rivoluzione industriale ad un livello successivo, eliminando i retaggi feudali delle aristocrazie schiaviste produttrici di cotone, liberando così dalle catene un nuovo esercito di disperati, per incatenarlo nuovamente, ma questa volta nel sistema salariale?

Il sud era poco popolato e dominato dai grandi produttori di cotone che vivevano del lavoro gratuito dei loro schiavi, schiavi che dovevano però essere comprati e mantenuti in vita, ed esportavano la quasi totalità della produzione in Gran Bretagna.
Il nord, che contava parecchi grossi centri urbani molto popolati, stava invece sviluppando l'industria moderna e tutto ciò che ne consegue.
Non è dunque difficile capire che lo schiavismo era d'impiccio, perché, per il capitale, è più redditizio avere dei lavoratori salariati, che lavorano in condizioni poco diverse da quelle degli schiavi, ma invece che venire mantenuti, diventano dei consumatori costretti a pagarsi vitto e alloggio, andando così ad ingrassare diversi settori dell'economia, in primis edilizia ed alloggi.

Friederich Engles, nell'Anti-Dühring, quando parla di economia e violenza, spiega bene che: "La schiavitù negli Stati Uniti d'America era fondata molto meno sulla violenza che sull'industria cotoniera inglese; in quei distretti dove non cresceva il cotone o che non esercitavano, come negli Stati confinanti, l'allevamento di schiavi per Stati cotonieri, la schiavitu si estinse da se stessa senza uso di violenza, semplicemente perche non era remurativa."
Dunque, la bandiera dell'abolizionismo, non fu, come invece nella Rivoluzione Francese, una lotta di ideali, una scelta progressista, una creatura dell'illuminismo.
Lo schiavismo era semplicemente diventato scomodo per lo sviluppo della grande industria moderna e di una nuova società a capitalismo avanzato.
Napoleone Bonaparte restaurò lo schiavismo nell'Impero coloniale francese, poiché ancora redditizio, invece negli Stati dell'Unione, esso si estinse da solo seguendo il naturale sviluppo del capitalismo, che bisognoso di nuovi sbocchi, nuovi mercati, nuovi spazi, entrò in conflitto con gli Stati del sud, i confederati.
La secessione fu la risposta di chi voleva preservare lo stile di vita semi-feudale.
Scoppiò quindi la guerra, anch'essa redditizia per le industrie di armamenti del nord, oltre che laboratorio di prova per nuove armi e tattiche belliche. Il nord vinse, non è esagerato dire che colonizzò il sud imponendo le sue regole, e i neri, liberati, si trovarono a fare di nuovo gli schiavi, ma questa volta in cambio di qualche spicciolo, che raramente bastava al sostentamento.

Quindi, per evitare equivoci, la schiavitù andava abolita, senza dubbio, come era giusto che il sistema economico, sociale e politico evolvesse, ma mitizzare il nord e demonizzare il sud, non è il giusto approccio, perché, in realtà, le due parti erano poco diverse e nessuna era mossa da nobili intenti.

La Guerra di Secessione fu una guerra tra due diverse classi dominanti, quella dei grandi industriali e quella dei grandi proprietari terrieri, che mandarono al macello le classi popolari, ed entrambe furono mosse dal solo profitto.


Amedeo Sartorio, 19 gennaio 2016

6 commenti:

  1. Il che dimostra soltanto che il capitalismo è meglio, e per piacere non menatemela con l'URSS che anche la il sistema non fece altro che sostiuire un sistema feudale basato sulla servitù della gleba per passare a quella salariata.

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    1. Non hai proprio capito un accidente

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    2. Il capitalismo è meglio? O il meno peggio? Lo schiavo, di solito, vede la libertà anche solo nell'allungamento della catena. Non sto parlando degli schiavi menzionati nell'articolo, s'intende..

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  2. "In quei distretti dove non cresceva il cotone o che non esercitavano, come negli Stati confinanti, l'allevamento di schiavi per Stati cotonieri, la schiavitu si estinse da se stessa senza uso di violenza, semplicemente perche non era remurativa."

    E' abbastanza forviante parlare di schiavitù al solo scopo economico, era una vera e propria condizione sociale di sottomissione di quella che si reputava una razza inferiore.
    Nonostante la schiavitù fosse abolita, nulla impedì agli Stati del Sud di applicare le leggi Jim Crow, ossia attuare la segregazione, il che certifica che fu una vera e propria guerra di ideali.
    Giusto per precisazione, i primi tentativi di abolizione da parte degli Stati del Nord ci furono nel 1787, 74 anni prima dello scoppio della Guerra di secessione.

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    1. "nulla impedì agli Stati del Sud di applicare le leggi Jim Crow, ossia attuare la segregazione"
      Vero. E ciò conferma ad abundantiam che al Nord dei neri non importava niente, altrimenti avrebbe impedito con la forza la segregazione.

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  3. Guardate che le guerre tra papato e impero germanico del 1100 avevano motivazioni esattamente uguali. Il che' prova che nihil novi sub sole.

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